Alta via 2 delle Dolomiti
+
L’Alta Via delle Dolomiti n. 2 si snoda da Bressanone in Valle Isarco ai confini nord- occidentali delle Dolomiti fino a Feltre, in Provincia di Belluno, proprio ai piedi dei contrafforti meridionali delle montagne. I gruppi attraversati in tredici splendide ed avventurose tappe, sono fra i più famosi delle Dolomiti. Dal sottogruppo del Plose, attraverso poi i Gruppi di Putia, Odle, Puez, Sella, Marmolada, Pale di San Martino fino ai selvaggi e naturali territori del Cimonega, Sass de Mura e Vette Feltrine Il percorso offre grande varietà di panorami e di caratteristiche geologiche contrapponendo alle tipiche zone Dolomitiche altre dalle caratteristiche molto diverse per origine, morfologia e aspetto. I sentieri dell’ Alta Via 2 Dolomiti, si snodano in prevalenza su terreno roccioso anche se non mancano tratti più rilassanti su prati pascoli d’alta quota e boschi. Anche se in misura minore di un tempo, si incontra ancora isole di ghiaccio sulla Marmolada e, assai ridotto, sulla Fradùsta.
Bressanone - Rifugio Plose
+
1:00/4:00 h 500/1500 m

Da Bressanone al Rifugio Plose

Il punto di partenza dell' Alta Via 2 Dolomiti, è alla stazione della cabinovia a S.Andrea. Si sale fino a Valcroce e da qui, parte il sentiero n° 7 verso il rifugio Plose. Una variante per gli escursionisti più allenati è salire a piedi fino al Rifugio Plose, partendo direttamente da S. Andrea e seguendo il sentiero numero n° 4 fino al rifugio Plose. Il sentiero è abbastanza ripido ma tenuto bene e camminando si vedono le Dolomiti e la flora e fauna del parco naturale Puez-Odle.
Il rifugio Plose rappresenta il primo punto di sosta dell'Alta Via 2. Si trova a 2447 m sopra la città di Bressanone.


Rifugio Plose - Rifugio Genova
+
4:00 h 500 m 700 m

Dal Rifugio Plose al Rifugio Genova (Schlüterhütte)

Seguendo il sentiero numero 4 e il triangolo “Alta Via 2” si cammina sempre in discesa per circa 2 ore fino al passo Rodella. Da qui si prosegue verso il Sass Putia e dopo circa 30 minuti ci troviamo difrontealla forcella del Sass Putia – la parte più impegnativa della prima tappa dell'Alta Via 2. La Forcella della Pùtia appare sullo sfondo quale immenso portale di ingresso al regno incantato delle Dolomiti. Per raggiungerla bisogna superare un dislivello in salita di 500 metri, dapprima dolcemente, poi per i ripidi tornanti che si inerpicano lungo un canale ripido e detritico (spesso con neve anche a inizio di luglio), fino a toccare la Forcella della Pùtia (Peitlerscharte), 2357 metri. Dalla forcella si segue a sud ovest il sentiero n. 4, pianeggiante e panoramico, giungendo al Passo Poma (Kreuzkofeljoch, 2340 m), dal quale già si scorge in basso, a ovest, il Rifugio Genova, 2297 m, che in breve si raggiunge (30 minuti dal Sass de Putia).
Rifugio Genova - Rifugio Puez
+
6:00 h 850 m 670 m

Dal Rifugio Genova al Rifugio Pùez

Dal Rifugio Genova-Schlüterhütte, 2297 m, si prende il sentiero n. 3 che, dopo un tratto verso est, piega a sud percorrendo il versante orientale del Bronsoi: splendido il panorama su Odle e Puez.
Questa è una zona di grande interesse geologico e floristico.
Alla quota 2421 m del Juac, il sentiero piega decisamente a sud ovest, passa sopra la Munt de Medalges nel Parco Naturale Pùez-Odle e giunge alla Fùrcia de Medalges (Kreuzjoch), 2293 metri. Per un po’ a sud ovest, poi decisamente a sud, il sentiero n. 3 corre ad oriente del Campillerturm e del Sass da l’Ega (Sasso dell’Acqua-Wasserkofele) e poi della lunga cresta del Longiarù. Scavalcato un costone, traversa salendo fino ad un bivio a quota 2389 metri.
A ovest si stacca il sentiero n. 13 che va a scavalcare la Fùrcia Mont da l’Ega (Wasserscharte) e prosegue per il Rifugio Firenze. Si continua a sud, sul sentiero n. 3, incontro a un selvaggio canale di sfasciumi. Ripidamente si sale per questo e si raggiunge la Fùrcia dla Róa (Forcella della Rova-Roascharte), 2617 metri.
Questa sella è molto importante perché divide il Gruppo delle Odle a ovest dal Gruppo del Pùez a est.
Attenzione: a inizio di stagione è possibile trovare neve dura nel canalone e sarebbe utile una piccozza o almeno dei mezzi ramponi.
Proseguendo nel percorso si scende verso sud fino al bivio di quota 2500 m circa in una grande conca detritica fino a raggiungere dei macigni. Qui si lascia il sentiero n. 3, che scende a destra (sud ovest) e va a congiungersi al sentiero n. 2 proveniente dal Rifugio Firenze, e si continua verso sud, prima su buona traccia pianeggiante, poi in modesta discesa fino ad incontrare il sentiero n. 2 che, con alcuni zigzag, conduce a est sulla Fórces de Siëles, 2505 metri.
Scavalcata la forcella ci si trova al cospetto di una distesa di magri pascoli ai piedi di rocce friabili. Appare in lontananza, a est, il Sassonghér.
Ora il sentiero n. 2 vira bruscamente a nord est e diventa delicato, scavato nella roccia, ma non difficile, anzi è agevolato da alcune corde fisse metalliche. Quindi, dopo un tratto quasi in piano, cala verso est sopra l’ampia spianata erbosa della Munt de Pùez, compie un’ampia Z e si dirige deciso ancora a est fino al vicino Rifugio Pùez- Puezhütte, 2475 metri.
Rifugio Pùez - Rifugio Cavazza al Pisciadù
+
5:00 h 570 m 470 m

Dal Rifugio Pùez al Rifugio Cavazza al Pisciadù

Dal Rifugio Pùez (Puezhütte, 2475 m), il sentiero porta inizialmente una tripla numerazione: 2, 4 e 15. Il 15 si stacca poco dopo per scendere a La Villa in Val Badìa (possibilità di collegamento stradale); il 4, da Forcella Ciampëi, scende a Colfosco (possibilità di collegamento stradale); il 2 continua fino al Passo Gardena.
Si segue il sentiero 2 ben segnato e pianeggiante che va verso sud est e attraversa il vasto altipiano lunare del Pùez dove, in caso di nebbia, non si devono assolutamente perdere le segnalazioni. Passato il bivio di quota 2104, dove il sentiero n. 15 scende a est, si prosegue verso sud a raggiungere, dopo essere scesi per un canale, la Forcella de Ciampëi (o Somafùrcia, 2366 m).
Da qui al Passo Gardena il sentiero n. 2 andrà sempre in direzione sud ovest. Dalla forcella si sale un po’, poi il percorso si fa pianeggiante nella conca dove si distende il piccolo specchio d’acqua del Lech de Crespëina (Lago di Crespèina-Crespeina See). Dal laghetto, con ripida salita, si raggiunge la Forcella de Crespëina, 2528 metri. per poi scendere ripidamente per un centinaio di metri di dislivello, si traversa per un po’ in quota e infine si sale per detriti alla Forcella Cir (o Dantes les Pizes-Cirjoch, 2469 m).
Da qui in poi è tutto un susseguirsi di lievi saliscendi, forcellette, macigni, piccole torri, pascoli, fino a giungere sull’ampia sella dolomitica del Passo Gardena (Grödner Joch, 2121 m), con alberghi aperti tutto l’anno, affollati d’estate.
Conviene lasciare traffico e rumore al Passo Gardena e continuare fino all’oasi di pace del Rifugio Pisciadù.
Dal passo si segue a sud est il sentiero n. 666, ampio e ben segnato, che sale una dorsale erbosa, piega alla base delle pareti, scende un po’, quindi lascia a sinistra (est) il sentiero per la Ferrata Tridentina.
Il sentiero n. 666 risale ora, con parecchi zigzag, un angusto e selvaggio vallone roccioso fin dove questo si allarga. Qui si prende a sinistra, si sale per detriti e placche dove potrebbe persistere qualche lingua di neve (tratto attrezzato con corde fisse). Si raggiunge quindi un’ampia terrazza detritica da dove si piega a sud est e con breve discesa per sfasciumi si giunge infine al Rifugio "Franco Cavazza" al Pisciadù, 2585 metri.
Rifugio Cavazza al Pisciadù - Rifugio Boè
+
2:30 h 400 m 100 m

Dal Rifugio Pisciadù al Rifugio Boè

Dal Rifugio Pisciadù si prende il sentiero n. 666 che, lungo la riva orientale dell’incantevole laghetto, si dirige subito a sud, sulla costa occidentale della Cima Pisciadù.
Sopra la Val de Tita si presentano due possibilità: salire per facili roccette, oppure per un tratto attrezzato con corde fisse, quest’ultimo più sicuro in ogni caso. Continuando su ghiaie e talvolta su chiazze di neve, si tocca una sella dove il sentiero prosegue , salendo fino al brullo e dantesco Altipiano del Sella dove in caso di nebbia bisognerà seguire la segnaletica con molta attenzione. Si ritorna a sud, si traversa l’altipiano (dove, a ovest, si stacca il sentiero n. 649 per il Passo Sella), quindi ci si cala un po’ fino alla Forcella d’Antersass, 2861 m, dove termina il sentiero n. 666 . Si inizia a percorrere il sentiero n. 647 che sale dal Pian de Sciavanèis.
Si continua a sud,salendo a zigzag verso la cima dell'Antersass (Zwischenkofel, 2907 m), la cui sommità può essere aggirata (ma se il tempo è bello vale la pena di dare un’occhiata dall’alto) sul sentiero attrezzato di destra. Da qui si scende direttamente e in breve al Rifugio Boè (Bambergerhütte, 2871 m).
Rifugio Boè - Rifugio Forcella Pordoi
+
1:00 h 20 m

Dal Rifugio Boè al Rifugio Forcella Pordoi

Dal Rifugio Boè si prende il sentiero n. 627 che, dopo lieve salita, prosegue quasi in piano verso sud fino alla quota 2852 m, dove gira bruscamente a ovest giungendo al Rifugio Forcella Pordòi (2829 m) da cui si gode uno splendido panorama.
Rifugio Forcella Pordoi - Rifugio Fredarola
+
2:00 h 200 m 800 m

Dal Rifugio Forcella Pordoi al Rifugio Fredarola

Presso il rifugio, ha inizio l’esteso e ripido ghiaione che scende a sud; si possono seguire i numerosi tornanti, oppure ci si lascia "scivolare" sulle ghiaie molli. Infine per buon sentiero si scende al Passo Pordòi, 2239 metri. Dal Passo Pordòi ci si immette sul sentiero 601 che si dirige a sud verso una cappella, e seguendo il versante orientale del Sass Beccè, in breve porta al Rifugio Baita Fredarola, 2370 m.
Rifugio Fredarola - Rifugio Viel Dal Pan
+
1:00 h 100 m

Dal Rifugio Fredarola al Rifugio Viel del Pan

Dal Rifugio Fredarola si piega verso est ad entrare nel Vièl dal Pan (Sentiero del Pane), antico sentiero di transito tra la Val di Fassa e l’Agordino. Il sentiero è ampio, riposante, abbastanza frequentato, panoramico specie sulla Marmolada che si staglia gigantesca proprio di fronte. A circa metà del sentiero sorge in bella posizione il Rifugio Vièl dal Pan, 2432 m.
Rifugio Viel Dal Pan - Rifugio Castiglioni-Marmolada
+
1:30 h 400 m

Dal Rifugio Viel del Pan al Rifugio Castiglioni-Marmolada

Dal Rifugio Viel Dal Pan il sentiero riprende più stretto e gira ad arco sotto la Fòrfesc (Forbice) e il Belvedere. Al bivio con il sentiero n. 698 (che va a Porta Vescovo, a nord), il n. 601 si dirige a sud, poi a ovest lungo i ripidi prati, infine va verso la diga del Lago Fedàia e giunge al vicino Rifugio "Ettore Castiglioni" alla Marmolada (2044 m).
Attraversare la Marmolada
+

Le alternative per attraversare il massiccio della Marmolada

Esistono varie possibilità per attraversare il Massiccio della Marmolada per arrivare al Passo San Pellegrino. Il percorso originario prevede una lunga traversata fino all’abitato di Malga Ciapela, per poi risalire a Forca Rossa e quindi di nuovo in discesa verso il Rifugio Fuciade – Passo San Pellegrino. In alternativa è possibile muoversi sul ghiacciaio della Marmolada (passando per Pian dei Fiacconi) fino ad arrivare in forcella Marmolada e da qui scendere a scelta verso il Rifugio Contrin o verso il Rifugio Falier. Il rifugio Falier è un’ottimo punto di appoggio anche se si sceglie la soluzione classica, fornendo un posto tappa a metà via fra il Rifugio Castiglioni e il Rifugio Fuciade. Infine, aggirando la Marmolada a Ovest è possibile passare dalla Val Contrin fino al Rifugio Contrin e quindi, attraverso il Passo delle Cirelle, scendere al Rifugio Fuciade. Vediamo nel dettaglio tutte le possibilità.
Rifugio Castiglioni Marmolada - Rifugio Pian dei Fiacconi
+
1:30 h 600 m

Prima possibilità: dal Rifugio Castiglioni Marmolada al Rifugio Pian dei Fiacconi

Dal passo Fedaia si attraversa la diga e si segue la strada fino alla stazione di partenza della telecabina Fedaia-Pian dei-Fiacconi, da li si prende il sentiero n. 606.
Il sentiero è ben segnato e senza particolari difficoltà. Interessante a metà percorso a quota 2400m le macerie di un vecchio rifugio vicino al quale si dirama una traccia di sentiero che sale a col dei Bousc dalla cui cima si gode un bel panorama e si vedono i resti delle trincee risalenti alla prima guerra mondiale.
In alternativa: Telecabina Fedaia-Pian Dei Fiacconi, orario: 8:30-16:30.

Rifugio Pian dei Fiacconi - Rifugio Contrin
+
3:30 h 400 m 1000 m

Dal Rifugio Pian dei Fiacconi al Rifugio Contrin

Dal rifugio Pian dei Fiacconi si segue il sentiero numero 606. Il sentiero che parte dal rifugio è ben segnato, inizialmente scende di un centinaio di metri in direzione ovest attraversando la conca sotto la parete nord della Marmolada, molto suggestivo l'ambiente e il panorama verso la cima della Marmolada.
Il sentiero prosegue ancora verso ovest fino a oltrepassare uno sperone roccioso oltre il quale comincia a salire in direzione sud dirigendosi verso l'evidente forcella. A quota 2800m il sentiero diventa una traccia sul ghiacciaio del Vernel, per il quale sono molto consigliati i ramponi, seguendo la traccia ci si inerpica fino ai piedi della forcella Marmolada, da qui comincia la via ferrata che in circa 100m di dislivello sale alla forcella (2896m), indispensabili casco, imbragatura e set da ferrata.
Dalla forcella la via ferrata si biforca in due, un ramo sale lungo la cresta ovest verso la vetta della Marmolada, l'altro si abbassa verso la val di Contrin.
Proseguire in discesa per la ferrata che scende per circa 50 metri e porta su un comodo sentiero che scende verso il rifugio Contrin ai piedi della meravigliosa parete sud del Piccolo e Gran Vernel.
Splendido il panorama dalla forcella, spartiacque tra i due versanti della Marmolada e molto interessanti anche le gallerie scavate durante la prima guerra mondiale che si incontrano alla forcella Marmolada.
Promozione estate 2018: possibilità di attraversare la forcella con attrezzatura a noleggio e guida alpina con prezzi vantaggiosi per chi pernotta al Rifugio Pian dei Fiacconi. Dettagli qui

Rifugio Castiglioni Marmolada - Rifugio Contrin
+
4:00 h 600 m 500 m

Dal Rifugio Castiglioni-Marmolada al Rifugio Contrin

Dal Rifugio Castiglioni Marmolada si scende a Pian Trevisan (1681m) lungo la “Via Neva” (sentiero 605) , vecchia mulattiera usata in passato da turisti e portatori per raggiungere la Marmolada, si prosegue attraverso i boschi fino al tipico paese di Penia (1554 m) e subito dopo l’abitato a sinistra si sale per la Val Contrin (sentiero 602) passando per “Locia de Contrin” (1736 m) fino all’omonimo rifugio (2016m).
Rifugio Contrin - Rifugio Fuciade, Passo San Pellegrino
+
4:00 h 700 m 900 m

Dal Rifugio Contrin al Rifugio Fuciade e Passo San Pellegrino

Alle spalle del rifugio Contrin 2.016 mt. si prende a destra il sentiero n. 607. Superato un ruscello si vince con una lunga diagonale il bancone roccioso dell'Lasté de Contrin giungendo ad un pianoro. Qui si va a sinistra (a destra inizia il sentiero n. 609 per il Pas Pasche), salendo ad una schiena di rocce montonate che divide due valloncelli. Si continua lambendo i ghiaioni che fasciano la base di imponenti pareti. Ci si sposta verso destra percorrendo il fondo dell'avvallamento fino a raggiungere un piastrone che segnala il bivio col sentiero n. 612. Si continua dritti costeggiando i gradoni che fanno da supporto alle Cime Ciadine. Con lunga diagonale si esce infine alla profonda insellatura del Passo Cirelle a m 2.682. Si discende il versante opposto con ampia e veloce serpentina. Si attraversa in diagonale verso l'imboccatura della Val da la Tas-cia continuando la discesa ancora su terreno detritico che passa gradatamente a zolle erbose. Per strada militare si percorre il pianoro del Busc da la Tas-cia trovandosi improvvisamente davanti ad un ripido pendio prativo. Si discendono alcuni tornanti puntando dritto verso valle ed un gruppo di baite fra le quali spicca il Rifugio Fuciade a m 1.972. Di qui per bianca strada sterrata si percorre la valle di Fuciade costellata di baite e fienili per raggiungere con un bel percorso nel bosco l'albergo Miralago col laghetto delle Pozze nei suoi pressi. Una ventina di minuti di cammino sono sufficienti per raggiungere la strada statale, risalendo per un breve tratto si arriva al Passo San Pellegrino.
Rifugio Castiglioni Marmolada - Rifugio Falier
+
3:30 h 625 m 625 m

Dal Rifugio Castiglioni-Marmolada al Rifugio Falier

Dal passo inizia un lungo percorso di circa 9 chilometri su asfalto fino a Malga Ciapèla, un po' meno se si seguono alcune scorciatoie.
Da Malga Ciapela (1449 m) si segue la strada verso il campeggio e si prosegue fin oltre l'agriturismo Malga Ciapela (1559 m); superato il ponte in legno si segue la strada sterrata (segnavia 689) per un primo tratto piuttosto ripido che termina giunti al bivio col sentiero "scorciatoia" 610 (alternativa ripida con un guado in corrispondenza ad un tratto leggermente esposto: da evitare con torrenti ingrossati). Da qui la strada diviene più dolce e sale in maniera graduale costeggiando la valle di Franzedàs per un lungo rettilineo di circa 6-700 m. Dopo un paio di ripidi tornanti si lascia la strada sterrata e tenendo la destra si prosegue sulla vecchia mulattiera costruita durante la prima guerra mondiale per rifornire gli avamposti. Dopo essere usciti da un bosco di larici si attraversa uno dei tratti più spettacolari del sentiero vista mozzafiato mentre si cammina sulla mulattiera letteralmente intagliata nella parete del monte Fop (sentiero largo e ben protetto da una fitta barriera con cavi in acciaio).
Si giunge quindi al ricongiungimento con il sentiero "scorciatoia" 610 e dopo poche centinaia di metri, ormai nei pressi di Malga Ombretta (1904 m), si apre lo spettacolare panorama della Valle Ombretta, cinta dalle Pale del Fop a sud, da Cima Ombretta a ovest e dalla Marmolada a nord. Superata Malga Ombretta si prosegue tenendosi sempre a destra sul sentiero 610 oppure a sinistra lungo la mulattiera nel fondovalle e in ulteriori 25 minuti di passeggiata, circondati dai fischi delle marmotte, si arriva comodamente fino al rifugio O.Falier (2074 m).



Rifugio Falier - Rifugio Fuciade, Passo San Pellegrino
+
3:30 h 800 m 1200 m
Dal Rifugio Falier si torna sui propri passi fino a quota 1638 m, dove il n. 610 incrocia il sentiero n. 689 che si segue a sud, sempre stando sulla stradina bianca della Val de Franzedàz. Ora il sentiero gira bruscamente e prosegue con una infinità di serpentine verso sud ovest fino a quota 1950 m circa dove la stradina prosegue a sinistra (est) verso Franzedàz. Si continua sul sentiero di destra, sempre sul n. 689, che diventa buona mulattiera fino al bivio di quota 2250 m circa dove lo si lascia (prosegue a sinistra, sud, sull’Alta via dei Pastori) e si prende a destra (sud ovest) il sentiero n. 694 che sale con alcune svolte alla Forca Rossa, 2490 m, fra il Pizzo Le Crene e il Col Bechèr.
Oltre la forcella si scende dapprima e per poco sul n. 694, quindi, a quota 2500 m circa, ci si immette nel sentiero n. 670 che divalla a sud ovest lungo un pendio rossastro in Valfredda, poi per dossi prativi e infine, dopo aver virato decisamente a nord ovest, raggiunge una valletta disseminata di piccoli fienili. Qui sorge il Rifugio Fuciàde, 1982 m.
Seguendo la rotabile in leggera discesa si giunge al Lago di Pozze, ormai presso la strada, e quindi al Rifugio Miralago. La strada conduce in breve al Passo di San Pellegrino, 1907 m.
Rifugio Fuciade Passo San Pellegrino - Rifugio Passo Valles
+
2:00 h 400 m 300 m
Dal Passo di San Pellegrino, si prende il sentiero n. 658 di fronte agli impianti di risalita di Cima Uomo che va a sud est per prati umidi e passa sotto la funivia del Col Margherita. Continuando a salire verso sud sud est per terreno erboso si giunge su una pista da sci e quindi ci si affaccia, a circa 2300 m, sulla distesa di magri pascoli degli Zingari Alti (localmente Zìnghen), qua e là cosparsa di grossi massi e lastroni di granito. Attenzione a non perdere le tracce in caso di nebbia; qui il disorientamento è di casa. In basso verso oriente luccica il bel Lago di Cavia.
Dalla sella di quota 2300 m circa si scende a sud con fantastica visione sulla Civetta, sul Pelmo, sulle Tofàne e, proprio davanti, sulla sfilata elegantissima delle Pale di San Martino.
A meridione dell’altipiano si raggiunge la Forcella Pradazzo, 2220 metri.
Sempre seguendo il n. 658 si scende, un po’ per stradina e un po' per sentiero, alla Malga Pradazzo e quindi al vicino Passo Vallès, 2031 metri.


Rifugio passo Valles - Rifugio Mulaz
+
3:00/3:30 h 550 m 30 m
Dal Passo Valles (2.032m.) il sentiero 751, già visibile da lontano, sale su traccia stretta ma ben segnata fino alla forcella Veneggia (2.217m; 20 min.).
Qui è d’obbligo concedersi 5 min. per ammirare lo splendido panorama sulle Pale di S. Martino.
Da qui una deviazione a destra (10 - 15 minuti) porta alla Cima Valles mt. 2305 e alla sua croce, con magnifici panorami sulle Pale, verso il Lagorai, Juribrutto, Cima Bocche, la Marmolada, Civetta ecc.
Da Forcella Veneggia proseguire a sinistra su di una cresta terrosa, successivamente su pendii erbosi fino a raggiungere un piccolo laghetto (10 min.).
Proseguendo su leggeri saliscendi in direzione dell’imponente parete nord del Mulaz si raggiunge il Passo Veneggiotta (2303m.).
Il sentiero inizia a salire rapidamente per 15 minuti, con un passaggio leggermente esposto dotato di corda fissa.
Si arriva così al passo dei Fochet del Focobon (2.291m.), quando il sentiero si sdoppia si segue quello a destra percorrendo un lungo tracciato che attraversa dei ghiaioni, fino ad arrivare ad una conca nevosa (50 min.). Il sentiero si fa ora molto ripido con diversi passaggi dotati di corda fissa per agevolare la salita dei blocchi di roccia.
In circa 60 minuti si raggiunge una forcelletta (Passo Arduni, 2582m.), passando per un piano, da qui in 5 minuti si raggiunge il Rifugio G.Volpi al Mulaz (2571m.).
Rifugio Mulaz - Rifugio Rosetta
+
5:00 h 760 m 750 m

Dal Rifugio Mulaz al Rifugio Rosetta

Dal Rifugo Mulàz si sale brevemente a ovest per il ripido ghiaione che scende dal Passo del Mulàz e, a un bivio, si prende a sinistra (sud) il sentiero n. 703 che porta subito alla Forcella Margherita, 2655 m, sulla cresta settentrionale della Cima del Focobón. Sempre in direzione sud si passa una conca rasentando le rocce, quindi per sfasciumi (attenzione alla caduta di sassi) e qualche lingua di neve, aiutati da una corda metallica, si giunge allo stupendo balcone roccioso del Passo delle Faràngole, 2932 m, che rappresenta anche il punto più alto toccato dal tracciato classico. Scavalcata la forcella si scende ripidamente, con l’aiuto di una corda metallica, nel sottostante circo di detriti e a una conca che si fa stretta, dove il sentiero piega bruscamente a sinistra (est) per poi ritornare a sud verso il Col de la Burèla. Siamo sul prestigioso Sentiero delle Faràngole. Più avanti si contornano i pendii scoscesi della Torcia di Valgrande, ardito campanile roccioso, e si incontra il sentiero n. 716 che sale l’impervia Val Strutt . Si prosegue ancora verso sud con lunga ed esposta traversata, agevolata da qualche corda fissa, alti sul fianco occidentale della Val delle Comelle.
Dalla Val delle Galline il sentiero scende per prati ripidissimi con l’ausilio di qualche corda metallica e porta al Pian dei Cantoni dove, presso un macigno, converge da sinistra il bel Sentiero delle Comelle proveniente da Garès.
Prima seguendo il sentiero in piano, poi leggermente salendo, si giunge al Rifugio "Giovanni Pedrotti" alla Rosetta, 2581 metri.
Rifugio Rosetta - Rifugio Pradidali
+
3:00 h 180 m 470 m

Dal Rifugio Rosetta al Rifugio Pradidali

Dal rifugio Rosetta si segue il sentiero 702 che subito sprofonda in discesa nell'ampia Val di Roda contornata a sinistra dalle Cime di Roda, Pala di San Martino e Immink e a destra dalla Cima Val di Roda con i suoi numerosi pinnacoli.
Il sentiero costruito nel 1912 da un imprenditore locale finanziato dal Barone Von Lesser di Lipsia, che spese per il lavoro totale 5850 corone, scende uniforme tra innumerevoli tornanti fino alla caratteristica zona quasi pianeggiante chiamata Col delle Fede.
Da qui si raggiunge in breve il bivio con il sentiero 715 che va seguito in salita fino ad una bella cengia esposta attrezzata con corda metallica che permette di proseguire agevolmente. Il tratto attrezzato con corde fisse e qualche scalino prosegue fino all base della sella del Passo di Ball, protetta a sinistra dalla Cima Pradidali e a destra dalla caratteristica formazione rocciosa della Forchetta Adele. Raggiunta la sella il sentiero scende verso la verde ed ampia Val Pradidali fino al terrazzo roccioso dove E’ situato il rifugio omonimo, circondato dalle più belle Cime delle Pale di San Martino.
Rifugio Pradidali - Rifugio Treviso
+
4:00/5:00 h 340/570 m 1200 m

Dal Rifugio Pradidali al Rifugio Treviso - Variante Alta

Dal Rifugio Pradidali seguendo le indicazioni per il Passo delle Lede -Bivacco C.Minazio si imbocca il sentiero num. 709 in direzione Nord-Est inizialmente costeggiando il piccolo laghetto poi risalendo il ghiaione sotto la cima del Lago fino al bivio con il sentiero num. 711 che si prende a destra.
Poco dopo il bivio la risalita di una paretina rocciosa con corda fissa richiede l'uso dell'attrezzatura da ferrata.
Sopra, il sentiero prosegue su alcuni risalti rocciosi con la possibile presenza di neve a inizio stagione e richiede attenzione fino ai 2695 m. del Passo delle Lede. Dal passo un ripido canale ghiaioso in discesa introduce al selvaggio Valon delle Lede,il percorso verso il bivacco C. Minazio in vista delle grandi pareti Orientali della cima Canali e cima Wilma è interessante anche perchè con osservazione attenta è possibile individuare qualche residuo reperto dell'aereo militare Americano che si schiantò sulla soprastante parete meridionale della Fradusta nei primi anni 50. Dal comodo bivacco Minanzio si prosegue la lunga discesa verso il fondo della val Canali (ad un bivio conviene prendere il ramo di sinistra), e con la successiva risalita per la serie di tornanti del sentiero numero 707 si arriva al romantico rifugio Canali- Treviso. Dislivello positivo 570 metri.

Dal Rifugio Pradidali al Rifugio Treviso - Variante Bassa

Dal rif. Pradidali si prende in discesa verso la Val Canali il sent.709 e lo si segue lungamente tra serpentine e qualche salto roccioso.
Il panorama è grandioso con a sinistra gli altissimi pinnacoli della cima Canali e a destra la storica e grandiosa parete Est del Sass Màor famosa nell'ambiente dell'alpinismo internazionale.
Superato un tratto roccioso attrezzato ma non difficile si arriva alla "Portela", una radura con 2 panchine di legno ad inizio del bosco.
Tralasciando sulla destra il comodo sentiero num. 719 si prosegue in discesa nel fitto bosco di abeti giungendo ad un altro bivio dove si prende verso sinistra il sentiero che passando nei pressi dei ruderi di malga Pradidali e costeggiando il magnifico “prà d'Ostio” porta a malga Canali dove su prenotazione è possibile gustare i piatti della cucina tipica.
Si prosegue in leggera salita su strada sterrata e dopo l'attraversamento del largo letto del torrente Canali si si prende il sentiero num. 707 che con una serie di tornanti nel bosco conduce al rif.Canali-Treviso. Dislivello positivo 340 metri.
Rifugio Treviso - Rifugio Passo Cereda
+
3:00/4:00 h 600 m 800 m

Dal Rifugio Treviso al Rifugio passo Cereda

Dal Rifugio Treviso (m 1631), seguendo il sentiero 718, ci si addentra in un bellissimo bosco di faggi che, proseguendo in leggero sali-scendi, porta ad una radura erbosa denominata Campigol del Oltro. (30-45min). Da qui il sentiero piega verso sinistra (Sud Est) e inizia a risalire il vallone sino a raggiungere, dopo alcune ripide serpentine, i 2094 metri della Forcella d’Oltro (1,30-2ore). Dalla forcella si scende inizialmente per un ripido canalino che girando verso destra porta sotto la parete sud-est della Cima dell’Oltro.
Si continua per saliscendi attraversando ripidi pendii fino all’ultimo sperone della Cima Feltraio. Da qui si inizia a scendere per un vallone che porta ad una distesa di prati e in breve si raggiunge il Rifugio Cereda (m.1361).
Rifugio Passo Cereda - Rifugio Boz
+
3:30 h 1200 m 600 m

Dal Rifugio Passo Cereda al Rifugio Boz

Dal Passo Ceréda, 1361 m, si percorre verso est e nord est la Statale 347 per circa un chilometro fino alla località Padreterno, 1302 m, dove si stacca a sud una stradina che porta, girando poi verso est, al piccolo borgo di Matiùz, 1201 metri.
Due tabelle a Matiùz indicano a sud la continuazione dell’Alta Via delle Dolomiti n. 2. Raggiunta l’area di campeggio si sale verso sud est seguendo i segnali sulle baite con percorso ameno tra prati solatii, bosco e mughi. Traversata la stradina bianca, si prosegue in direzione sud, si entra in una strana gola al cui termine si continua a est sotto le pareti rocciose. Siamo sul Sentiero dell’Intaiàda che corre a ridosso delle pareti su un’angusta cengia che taglia la parte orientale del Sasso Largo. Raggiunta una prima forcelletta si continua per altre cenge e altri varchi fino a raggiungere il fondo di un canale detritico.. In questo tratto, nei punti salienti, esiste una buona attrezzatura fissa (corde metalliche e catene).
Il canale va risalito per circa 200 m di dislivello, abbastanza faticosamente, restando, per sicurezza, sulla sinistra; a destra e al centro c’è pericolo di smottamenti e caduta sassi, soprattutto in caso di temporali.
Al termine della salita si tocca il Passo del Comedón, 2067 m, famoso, un tempo non molto lontano, per il transito dei contrabbandieri locali.
Stiamo entrando nel magico mondo del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
Ora si scende a ovest, si passa una sella e ci si cala per un canale e poi per ghiaie fino ad approdare sul grande e pittoresco Piano della Regina.
Traversata l’oasi verdissima, si sale di poco e si perviene al Bivacco Feltre "Walter Bodo", 1930 m, situato in posizione quanto mai piacevole.
Dal bivacco si continua a sud, sul sentiero 801, incontrando presto il bivio con l'806 che proviene dal Lago della Stua in Val Canzòi. Si resta a destra (sud) sul sentiero n. 801, incontrando alcune pozze d’acqua. Il sentiero prosegue a saliscendi fra i massi e la bassa vegetazione, passa sotto le impressionanti pareti contorte della Parete Piatta, quindi devia a sud est e con alcuni zigzag raggiunge la costola erbosa del Col dei Béchi, 1960 metri.
Qui inizia il Trói dei Caserìn (trói=sentiero stretto) che si dirige subito a ovest per passare sotto le pareti selvagge del Sass de Mura (o Mur). Più o meno in quota il sentierino, spesso esposto, ma attrezzato dove serve, transita in luoghi assai severi, sostanzialmente non difficili come potrebbe apparire. A quota 1830 m circa il sentiero prende verso sud ovest, passa per i pascoli da camosci della località Casèrin (da cui il nome del sentiero), incontra una grotta dove è possibile trovare riparo in caso di maltempo, sale per ripide balze erbose, quindi giunge al Pass de Mura, 1867 m, da dove perviene alla verde sella che si affaccia sull’amena conca di Neva con il suo placido rifugio.
Seguendo a sud ovest i paletti indicatori (segno che qui la nebbia è di casa, e lo è davvero), si giunge in breve al Rifugio "Bruno Boz", 1718 metri.

Foto di Alessande De Nale



Rifugio Boz - Rifugio Dal Piaz
+
6:00 h 800 m 600 m
Traversata lunga, aspra ed affascinante; come già colto nella precedente tappa, l'ambiente è completamente differente rispetto alla parte fin ora percorsa dell'Alta Via, ci troviamo infatti nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
Dal Rifugio si prosegue per sentiero n.801 fino a Passo Finestra, che porterà fino a P.sso Croce D'Aune. Si continua a sx dove si incontrerà il tratto piu' esposto e suggestivo di tutta l'attraversata per raggiungere il Sasso di Scarnia. Scendendo sotto una strapiombante parete e proseguendo quasi in piano si arriva ad un bivio dove inizia la salita al M. Ramezza, continuando per breve attraversata su pendio ripido sopra la Val Noana con splendido panorama, si attraversa poi la piazza del Diavolo si costeggia la busa di Pietena per arrivare all'omonimo Passo. Per mulattiera ben conservata si attraversa la Busa delle Vette detta “Busa delle Meraveie” sopra la malga delle Vette Grandi, si supera quindi lo stesso Passo per giungere al Rif. G. Dal Piaz.
Questo percorso ripercorre l’ itinerario di una ex strada militare mai usata per scopi bellici, nelle retrovie della “Grande Guerra”, denominata “linea Gialla”; un punto particolare e suggestivo si nota nei pressi del Sasso di Scarnia quando il panorama diventa ampio, tanto a destra verso le Pale di S.Martino quanto a sinistra verso la Val Canzòi e la valle del Piave. Percorso molto interessante non solo per il panorama ma anche sotto l'aspetto botanico per la moltitudine di specie floreali presenti.
Rifugio Dal Piaz - Feltre
+
3:00/4:00 h 1700 m
Il Rifugio Dal Piaz è l'ultimo rifugio dell'altavia numero 2. E' situato a 1993 m di altitudine, fa parte delle Vette Feltrine e si trova nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Il luogo è famoso per la particolare flora presente con alcuni fiori e piante endemiche del posto, per l'abbondante fauna e per panorami mozzafiato su Venezia e laguna. L'ultima tappa dell'AV2 inizia dal Rifugio Dal piaz con il sentiero num. 801 che scenderà fino al Passo Croce D'Aune. Il percorso non presenta difficoltà e dà la possibilità di poter osservare in molti punti la vallata feltrina con panorami incredibili. Arrivati al Passo Croce D'Aune si scende in direzione Pedavena per poi raggiungere Feltre L’ ultima parte del percorso, 15 km su strada asfaltata può essere percorsa con mezzi pubblici ( due sole corse al giorno dal Passo Croce d’ Aune a Pedavena e corse autobus ogni 30 minuti da Pedavena a Feltre ) o tramite taxi. In alternativa, dal Passo Croce d'Aune si può proseguire a piedi fino a Pedavena camminando su sentieri tematici del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi che offrono scorci mozzafiato e l’opportunità di camminare ancora su terreno naturale anziché asfalto. (In rifugio viene fornita la cartina dettagliata per questo tragitto ).